Il Grottino di Roccanova un vero e proprio unicum nel panorama vitivinicolo del Sud Italia.

I Vini e le Cantine di Radici

 

La Basilicata offre esperienze enogastronomiche davvero emozionanti, attraverso donne e uomini che sanno ben incarnare e conservare soprattutto l’autenticità di un luogo.

La prima tappa dei tour nei territori del Sud dopo la XX edizione di Radici del Sud è stata Roccanova in provincia di Potenza, una silenziosa e ridente comunità nascosta tra le valli della Val d’Agri, Sinni e Sarmento in cui si espandono vigne che si inerpicano mediamente sui 450 metri sul livello del mare, boschi che abbracciano uliveti , vigneti e suoli di brecce arenarie poco cementate di matrice argillosa-sabbiosa, che conferiscono al vino slancio, freschezza con tocchi di eleganza. E proprio qui che abbiamo conosciuto un gruppo di produttrici e produttori che raccontano storie di personalità e carattere attraverso la loro terra e i loro vini.
                                                                                                    


Va detto che la cultura del vino in questa zona risale probabilmente all’epoca dei greci, (III – IV secolo a.C.), che portarono nei vari insediamenti la coltivazione della vite, come dimostrano i molti reperti archeologici rinvenuti in quest’area ed esposti oggi nei musei di Metaponto e Policoro. E non è escluso che gli ottimi e curativi vini “Bagarini”, citati da Plinio il Vecchio nella sua Naturalis Historia, che si producevano non lontano da Grumentum, si riferissero proprio al territorio di Roccanova.

 

La zona di produzione del Grottino di Roccanova DOC è quella dei comuni di Roccanova, Castronuovo di S. Andrea e Sant’Arcangelo ai confini del Parco nazionale del Pollino che si espande per una superficie totale di 220 ettari. La Doc ne comprende circa 13,00 ha, in una zona che può essere definita di media e alta collina, con un’altitudine variabile tra i 400 e i 750 metri sul livello del mare. Parliamo quindi della DOC più piccola d’Italia che comprende le seguenti tipologie: Grottino di Roccanova Rosato, Rosso, Rosso Riserva e Bianco. Mediamente i vitigni in percentuale nei vini Rosati e Rossi sono: Sangiovese: dal 60 all’85%; Cabernet Sauvignon: dal 5 fino al 30%; Malvasia Nera di Basilicata: dal 5 fino al 30%; Montepulciano dal 5 fino al 30%; Mentre per il Bianco la Malvasia bianca di Basilicata minimo 80% insieme ad altri vitigni a bacca bianca non aromatici, idonei alla coltivazione nella regione Basilicata.

Qui, dove i Calanchi sembrano spaccarsi in verticale e i boschi salvaguardano i vigneti, nasce un ‘associazione di piccoli produttori che silenziosamente hanno iniziato un percorso per presentare la loro rivoluzione in un area che fatica a collegarsi alle grandi realtà del vino.

Giovedi 9 Agosto Roccanova ha dato il via all’appuntamento annuale itinerante dedicato al Grottino di Roccanova, ospitato presso le cantine: Torre Rosano, Lagaria, Agricola Graziano, Agricola De Biase e Vini Cervino.


 

Nei vari momenti del nostro tour non ci ha lasciato indifferenti il fermento e l’innegabile crescita del territorio dove le Cantine del Grottino, sempre più al centro della scena del vino lucano, nonostante scelte stilistiche e blend tra vitigni autoctoni e non, ancora legate al passato per necessità commerciali, lasciano oggi sempre più al sangiovese il ruolo da protagonista. Dove in questo territorio grazie alla condizione pedoclimatica il Sangiovese esprime sapidità mediterranea e fresche acidità di altura, interpretate con stile e personalità da ognuna delle cantine del territorio rendendo i vini di questo lembo di Basilicata un unicum del Sud che prima o poi li renderà protagonisti sulla scena internazionale.

Il nostro tour è iniziato dalla cantina Torre Rosano di Sara Collarino, che insieme al fratello Paolo, hanno rilevato nel 2012 la conduzione aziendale e rappresentano la 4a generazione.
Sara avviata alla viticultura dal padre Francesco adora la sua terra, e lo manifesta con il suo sorriso e la sua capacità di accoglienza sempre tangibile. Sara oltre a fare vendita diretta organizza visite e degustazioni in cantina. L’azienda produce 6 etichette e 25.000 bottiglie in biologico.

 

i vini assaggiati: Torre Rosano Calanchino Dop bianco 2023 varieta’ uva: Malvasia Bianca di Basilicata 90%; Greco bianco bianco 10% da agricoltura biologica; Una Malvasia bianca montanara, in bocca fresca con finale delicatamente sapido e persistente. Torre Rosano Dop rosso 2022 varietà uva: Sangiovese 85%; Cabernet S.5%; Montepulciano 5% da agricoltura biologica; Piacevole con sentori di frutti di bosco e ciliegia, slanciato e ricco. La trama tannica rustica gli dona carattere. Torre Rosano rosso riserva Dop 2013 varieta’ uva: Sangiovese 65%, Cabernet S. 10%, Montepulciano 10%, Malvasia 10%. Vino rigoroso ed espressivo con note di frutti scuri e sottile speziatura aprono a un sorso dal frutto morbido e agile. Vino complesso, armonioso e profondo.

La seconda tappa è proseguita presso l’Azienda Lagaria della famiglia Bellizio che produce vini rustici senza compromessi dal carattere unico per una Produzione totale di 6.000 bottiglie per 3 etichette.

 

Il vino di punta senz’ altro è il Mmast53 annata 2023, Grottino di Roccanova rosso Dop: sangiovese per circa 70%, Malvasia nera di Basilicata, e una piccola percentuale di Cabernet Sauvignon. L’ 80% fa solo acciaio e il 20% fa legno. Freschezza e bevibilità sono le caratteristiche principali, mai scontato, anzi la rusticità olfattiva e l’eleganza allo stesso tempo, lo rendono piacevolissimo. Risultato ottimo per un vino quotidiano con frutto croccante, fresco al palato e dinamico. Si beve a boccate larghe.

Mentre il Mito11 bianco Doc 2024, 100% Malvasia bianca di Basilicata dall’ottimo equilibrio e dalla facile beva sono i caratteri principali di questo vino snello e armonioso. Il lavoro in vigna dei Bellizio punta ad estrarre l’essenza delle uve e i vini senza alcuna sovrastruttura presentano un tratto fortemente identitario.

Terza ed ultima tappa della mattinata si è conclusa in una delle aziende più storiche del territorio, l’Agricola Graziano fondata nel 1988 dai fratelli Rocco e Salvatore e oggi guidata dalla giovanissima Rosi Graziano.

L’azienda di 10 ettari circa produce 22.000 bottiglie ed è l’espressione autentica della viticoltura di Roccanova radicata nella tradizione e nel rispetto del territorio e anno dopo anno ha sempre più migliorato l’affidabilità dei suoi vini dei quali freschezza e bevibilità sono le caratteristiche principali. Dai suggestivi vigneti nascono, con uno stile sempre coerente con il territorio, vini di carattere capaci di esaltare la cucina locale, garantendo lunga durata e eleganza. Temperature controllate e tecniche di vinificazione moderne sono elementi fondamentali per estrarre al massimo i sentori aromatici delle uve e i risultati li abbiamo avvertiti nel Grottaie bianco 2024 fine nei sentori floreali e con frutta croccante, fresco al palato, dinamico e di ottima persistenza.


Anche il Grottino Terre di Norce rosso 2022 si presenta con un frutto nitido, fresco, senza pesantezze e con una progressione al palato sempre appagante.

Molto piacevole e davvero con un’espressione superiore alle altre annate assaggiate è stato il Norce Grottino riserva 2020 fragrante, sapido, espressivo dal tannino vivace e levigato nel finale. Vino piacevolissimo.
Considerando i primi assaggi nelle Cantine Graziano, risalenti al 2003, ritrovo  i vini tanto migliorati in eleganza e struttura e sorprendentemente gastronomici.

 

Pausa pranzo

E’ l’ora della sosta rigenerante presso la Villetta, unica vera osteria di paese dove appena entrati ci accoglie il vociare degli ospiti in un luogo dove la sosta va ben oltre il semplice pasto, diventando un momento di bellezza e socialità. Qui il tempo si ferma e i cellulari come d’incanto smettono di squillare cedendo il passo alla cucina verace e contadina, con un primo in pole position: Le manate (lagane), nello specifico pasta di casa cavata a 8 dita con la "sauza ca' coscia," una salsa locale a base di pomodoro. 

 


Le visite in cantina concludono il tour passando per la Cantina Cervino fondata nel 1982 da Cervino Donata Maria, oggi gestita dal figlio Vincenzo e da sua moglie Anna Laura.
Collocazione privilegiata, perchè locata nel centro della provincia di Potenza. Il cuore della cantina è rappresentato dalle caratteristiche grotte scavate nell’argilla come quelle che si trovano lungo la periferia dell’abitato di Roccanova. In queste cavità naturali il vino si conserva e rimane per mesi e addirittura anni.

Azienda ha 11 ettari vitati e produce 48.000 bottiglie, e rappresenta una delle realtà vinicole storiche del territorio. I vigneti si trovano a un’altitudine di circa 500 metri sul livello del mare.


Tra i vini assaggiati è il Roccae Novae rosso Riserva 2017 il Grottino che ci ha più convintoannata calda che comunque sorregge l’imponente maturità del frutto con la sapidità in chiusura di bocca, nonostante la lieve persistenza del legno.

 

Il tour termina presso l’Azienda agricola De Biase una delle ultime nate (2009) con sede nel Comune di Castronuovo di Sant’ Andrea, nell'entroterra del Parco Nazionale del Pollino. I vigneti sono situati al confine del Parco del Pollino.


L’azienda, a gestione familiare guidata oggi dalla giovanissima Laura Marino, coltiva 5 ettari di vigneto e vinifica 35.000 bottiglie in Biologico, pertanto vengono utilizzati esclusivamente prodotti naturali sia per la coltivazione dei vigneti che per la vinificazione e l’imbottigliamento.


Sono ormai 16 le vendemmie dell’azienda De Biase, 16 anni di esperienze e soddisfazioni per Giovanni Marino fondatore dell’azienda che ha fatto della sua passione un lavoro. Imprenditore in tutt’altro settore non ha resistito al richiamo della terra e ha deciso di affrontare questa nuova avventura con la sua famiglia. Fin da subito ha costruito una bella e funzionale cantina adiacente alle vigne e autonoma a livello energetico. I vini sono freschi, nitidi nei profumi, fragranti e di ottima beva.


Diverse le etichette in produzione ma ci soffermiamo su alcune tra tutte che abbiamo avuto l’occasione di bere durante il tour e fuori dal tour: Grottino di Roccanova Nettare dell’Enotria 2022 vino elegante con note di frutta matura, palato scorrevole sostenuto da buona acidità. Vino che invita alla beva per complessità aromatica, gustoso, fresco con un tannino teso e levigato. E poi L’Essenza 2021 che gioca su note di frutti scuri e spezie al sorso il tannino è incisivo, il legno ben integrato concedendo un finale teso e complesso. Merita una menzione il rosato Donnalucana 2023 forse tra i rosati Grottino dop più interessanti assaggiati fin ora, vino di grande beva, fresco e fruttato, tannino accennato con un finale snello e sapido.

 

Conclusioni: Fermento è la parola esatta per descrivere lo stato dell’arte del territorio vitivinicolo di Roccanova. Progetti interessanti, alcuni ambiziosi ma tutti caratterizzati da entusiasmo e passione spinti maggiormente dalle nuove generazioni in gran parte al femminile con un univoco sguardo rivolto concretamente alla sostenibilità ed alla salvaguardia del territorio. Il territorio del Grottino di Roccanova si conferma terra fertile per il Sangiovese al Sud, in grado di consegnare espressioni molto convincenti conferendo al vino un frutto fragrante, scorrevole e di buona evoluzione. Quanto poi il disciplinare della Doc prevederà l’utilizzo dei vitigni internazionali o della Malvasia nera di Basilicata o del Montepulciano a supporto del Sangiovese, dipenderà dall’indirizzo che le nuove generazioni vorranno dare al Grottino tenendo conto del mutevole clima e dell'imprevedibilità dei mercati del prossimo futuro.

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