Calabria Igp Gaglioppo rosé 2010 ‘A Vita

I Vini e le Cantine di Radici

 

L’ho detto subito sin dalla sua prima uscita che questa sarebbe stata una rubrica molto particolare. Come dice già il suo titolo, che fa riferimento ad una selezione dei vini delle aziende partecipanti a Radici del Sud fatta secondo i personali criteri del sottoscritto, vuole essere uno spazio molto suggettivo che rispecchia i miei gusti. E non impegna, è giusto ripeterlo, Nicola Campanile e Luciano Pignataro che pubblicano in contemporanea questi articoli sulle loro pagine Web.

Se ne facciano pertanto una ragione minushabens vari e stolti diffamatori in servizio permanente effettivo, prima di essere mandati al diavolo e ignorati come meritano. Qui non troveranno spazio tutti i vini e tutte le aziende del Festival dei vitigni autoctoni ma solo quelli, quanti saranno lo scopriremo degustando, scrivendo e per voi leggendo, che mi avranno suscitato una particolare emozione e che mi sentirò di celebrare gioiosamente. Non è escluso che ampio spazio possa trovare una particolare tipologia di vini che nell’ambito di Radici del Sud ha ampio spazio, ovvero quella dei vini rosati e così dopo l’articolo di esordio dedicato ad un ottimo rosato salentino, eccomi tornare alla terza uscita, nonostante dicembre e Natale siano alle porte e l’estate ormai lontana, al tema rosé, con un rosato che gli inglesi definirebbero outstanding, ovvero fuoriclasse. Un rosato che anche bevuto oggi, come ho fatto di recente a Fornovo Taro in occasione di Vini di Vignaioli – Vins de Vignerons, si mostra in perfetta forma, sia da un punto di vista puramente cromatico, che aromatico che gustativo, nonostante le uve siano state vendemmiate il 16 ottobre del 2010. Merito della materia prima utilizzata, quell’autentica grande uva del Sud e della Calabria in primis, perché ci troviamo nella terra del “caviale calabrese” ovvero della “sardella”, che è il Gaglioppo, a Cirò marina, in provincia di Crotone, nella culla della celebre antica Doc, che solo degli sprovveduti hanno pensato stupidamente di internazionalizzare, Cirò. In questa denominazione, che vive una strana esistenza a doppia o tripla velocità, con aziende leader che sanno stare da protagoniste sul mercato nazionale e su quelli internazionali, altre, di più o meno antica storia, che vivacchiano sul mercato regionale e di poche altre regioni e alternano buoni risultati ad altri decisamente mediocri, e molte altre per le quali il mercato, se una seppur pallida idea di mercato hanno, è al massimo quello locale, di Cirò e dintorni, con vigneti spesso condotti in maniera approssimativa e tecniche di cantina del paleolitico inferiore, da qualche anno recita un ruolo importante una piccola azienda familiare, che dispone di quattro vigne per un totale di 8 ettari. Azienda giovane non solo di storia, ma per idee e ispirazione, condotta da Francesco e Laura, “un calabrese e una friulana, un enologo e un’operatrice culturale, uniti dalla passione per la natura e l'arte”. Ma un’azienda che sin dalla sua prima uscita, come scrivevo qui, ha fatto centro. L’azienda si trova a Cirò Marina, in località Muzzunetto, e può contare su vigneti piantati ad alberello, di età media tra i 30 ed i 40 anni e condotti interamente con sistema di agricoltura biologica. Come si legge sul sito Internet dell’azienda agricola ‘A Vita di Francesco e Laura De Franco “nessuna sostanza di sintesi, solo rame, zolfo e agenti naturali, utilizzati con parsimonia. Nessuna concimazione, solo sovesci e ridotte lavorazioni del terreno per preservare la fertilità e favorire la biodiversità del suolo”.Qui vengono coltivati Gaglioppo e altri vitigni autoctoni, i migliori interpreti del nostro terroir, da vigne che si chiamano Vigna Feudo, Vigna Muzzunetto e Vigna Sant’Anastasia (Gaglioppo), Vigna Frassà (Greco), e con una naturalità e una “grazia espressiva”, come ha ben sottolineato la Guida vini dell’Espresso (ma leggendo qui vedrete che sono stati in parecchi a scrivere benissimo del lavoro di De Franco), che è apparsa quasi “miracolosa” sin dall’esordio, dovuto ad uno dei migliori Cirò rosso classico (era l’annata 2008) mai sentiti. Ora pur continuando a dedicare le proprie attenzioni al Cirò rosso e al Cirò rosso superiore, che anche nelle annate successive hanno mostrato un timbro e una delicatezza, una fragranza aromatica quasi borgognone (e siamo a Cirò davanti a quel mare meraviglioso che è lo Jonio, in una terra caldissima, perbacco!) Francesco De Franco si è voluto concedere lo sfizio, purtroppo sono solo 2000 le bottiglie prodotte, di cimentarsi, sempre con Gaglioppo in purezza, sul rosato. E da un vigneto più giovane, posto in prossimità del mare in località Fego di Cirò marina, su suolo argilloso marnoso,con viti di 8 anni, 5000 piante ettaro allevamento a cordone speronato con 6 gemme, 80 quintali per ettaro, 1,5 kg per pianta, ha tirato fuori un rosato, macerazione di 12 ore, mosto esclusivamente da sgrondo,malolattica svolta, niente lieviti selezionati, niente enzimi aggiunti niente chiarifiche,affinamento di 6 mesi in acciaio, veramente memorabile, proposto ad un prezzo che si colloca nella fascia tra cinque e dieci euro, che lo rende ancora più appetibile. Un rosato asciutto, ben secco, incisivo, tutto nerbo e sale, che non rincorre le meteore (alias stranezze) dell’affinamento in legno cui indulge qualche altra sopravvalutata azienda locale, e che quando ne stappi una bottiglia, abbinandolo non solo alla meravigliosa cucina estiva cirotana (a base di melanzane, peperoni, altre verdure e pesce in tutte le preparazioni: un must le mitiche sarde arraganate) ma a tante preparazioni che arrivano sulle tavole italiane anche in questa fine di novembre, ne berresti due, tanto è buono, pulito e giusto per dirla “à la Petrini”, autentico e goloso. Concordo in pieno con l’analisi della sommelier napoletana Marina Alajmo che sul wine blog di Luciano Pignataro l’ha efficacemente descritto, definendolo portavoce di un nuovo punto di vista sui vini rosé, e riscontrando “colore rosa tenue, al naso esprime sentori di rosa, fragoline di bosco e lamponi, in bocca è sottile, di buona freschezza con piacevoli ritorni di fragole e lamponi”, e voglio da parte mia sottolineare il perfetto equilibrio dei dati analitici, che parlano di 12,8 gradi alcol,di 28 di estratto secco, di un’acidità totale di 5,8 e di un Ph di 3,42, con zuccheri residui pari a zero (deogratias!). Splendido il colore, un cerasuolo salmone, rosa sfumato, corallo, di grande lucentezza e vivacità, elegante, suadente, giocato su piccoli frutti rossi resi più vivaci e fragranti da un tono intensamente sapido e da una maturità ben controllata e non eccessiva che mantiene il frutto croccante e succoso, e poi veramente da applausi il gusto, con un attacco ben secco, vivo, di gran nerbo e spinta, una verticalità profonda e ancora una grande ricchezza di sale, con un’acidità che spinge e dà slancio, e perfetto equilibrio in bocca ed enorme piacevolezza e facilità di beva, energia e integrità. Un rosato di quelli che basta provarli una volta per innamorarsene subito, vero colpo di fulmine enoico, l’ennesima dimostrazione di come in quella terra splendida che è la Calabria e con un uve straordinarie come Gaglioppo (e Magliocco, che introdurremo nell’edizione 2012 di Radici del Sud) si possano ottenere, in rosso e in rosé, vini non solo di grande potenza e corpo, ma di una finezza, di un’eleganza, una classe davvero impensabili. E senza inutili e stolte aggiunte di Cabernet, Merlot, Syrah e altre banalità internazionali, che solo uno spirito provinciale può oggi considerare utili.

 

Franco Ziliani

Azienda agricola ‘A Vita S.S. 106 Km 279,888811 Cirò Marina (KR)

Email: avita.info@gmail.com Sito Internet http://www.avitavini.blogspot.com/ Tel:+39 329 07 32 473  +39 333 52 59 647  

 

Questo articolo viene pubblicato contemporaneamente su:

www.ivinidiradici.com

http://www.lucianopignataro.it/ 

www.vinoalvino.org 


 

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