Bari – Lunedì 4 luglio 2007. Radici – Il Risveglio di una terra, questo è il nome della manifestazione che si è svolta nei giorni scorsi presso la Masseria Barbera di Minervino Murge, organizzata dalla Associazione “Pro Papilla” e “Dolce Guida”, col patrocinio dell’Assessorato Regionale al Turismo. Il Festival dei Vitigni Identitari di Puglia e Basilicata, giunto alla sua seconda edizione, ha decretato vincitore indiscusso della serata l’aglianico “Arcà 2004” di Giannattasio di Barile. L’etichetta vincitrice è stata estratta dal confronto di una giuria di amatori, capeggiata da Giuseppe Colamonaco, giornalista della Guida dell’Espresso, e formata da ristoratori ed enotecari ed una tecnica, presieduta da Bruno Gambacorta, giornalista di Rai Due e composta da giornalisti ed enogastronomi.
Alquanto disparate le valutazioni delle due commissioni, che hanno portato alla premiazione di vini diversi presentati dalle 75 aziende partecipanti, in quasi tutte le categorie:
- per i Rosati di Puglia, “A Mano” 2006 della azienda Fusione e “Cioccarello” 2006 della Cooperativa Svevo;
- per Nero di Troia “Iaccio della Portata” 2006 dell’Azienda Colle Petrito e “Rinzacco” 2004 della Conte Spagnoletti Zeuli;
- per Negroamaro Maime 2004 di Tormaresca e Le Braci 2001 di Masseria Monaci;
- per Primitivo, Calabrigo 2003 della Tenuta Zicari ed Old Vines 2004 di Morella;
- per l’Aglianico entrambe le giurie hanno autonomamente premiato Arcà 2004 di Giannattasio di Barile, in assoluto autoctono degli autoctoni.
Il Festival, a cui hanno preso parte più di 250 invitati, tra ristoratori, enotecari, addetti ai lavori e stampa, è stato presentato da Nicola Campanile, direttore e coordinatore di Pro-Papilla e Dolce Guida ed Eustachio Cazzorla, conduttore della trasmissione televisiva Ais-Sommelier.La manifestazione è stata corredata da un convegno-dibattito sul vitigno autoctono, protagonista indiscusso della giornata. “Prima ancora del territorio è il vitigno che comanda” ha dettoLeonardo Palumbo, presidente di Assoenologi di Puglia, Basilicata e Calabria.“Bisogna studiarne le caratteristiche come fin qui fatto per i vitigini cosiddetti internazionali” ha sollecitato l’enologo Leonardo Pinto. “Autoctoni con innovazione, vitigni fini a se stessi, identitari e che testimoniano il territorio di provenienza, sempre più da tutelare” ha così chiuso la serata Bruno Gambacorta. Unico concorso in Puglia e Basilicata, incentrato sulla comparazione di vitigni autoctoni,Radici rende sempre più vivida, l’immagine di una terra che siriveglia dopo un lungo torpore e segna le premesse per la creazione e la diffusione, attraverso una divertente e sana competizione, di una Marca (territorio - vino- risorse – turismo) tipicamente pugliese e lucana. Info: 348-4046123 dolceguida@libero.it
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