Da Radici Wines Experience 2010 a Radici del Sud 2011

Al termine di Radici Wines Experience, conclusa con grande successo di pubblico e critica, i riflettori sono puntati sul nuovo progetto nato durante i lavori: concepire un evento più ampio, con obiettivi più estesi sul lungo periodo. Il convegno di chiusura, una sorta di “brain storming”, guidato dal Luciano Pignataro, giornalista del Mattino di Napoli, responsabile Slow Wine per Campania, Calabria e Basilicata, oltre che titolare de Lucianopignataro WineBlog, ha messo in luce l’opportunità di condividere il successo di Radici insieme a tutto il Sud, creando un nuovo format, il Festival del vino da vitigno autoctono Radici del Sud 2011, con la partecipazione di tutte le regioni del Meridione, Puglia e Basilicata, punto di partenza del progetto, insieme a Calabria, Campania e Sicilia, regioni quanto mai rappresentative dal punto di vista del patrimonio ampelografico autoctono.

Il bisogno di coesione e rafforzamento è stato recepito e sostenuto da Franco Ziliani, giornalista di fama internazionale, critico, wine writer per molte riviste specializzate e titolare del blog Vino al Vino e dalla Presidente dell’Associazione Nazionale delle Donne del Vino, Elena Martusciello, che, insieme a Nicola Campanile, Presidente dell’Associazione ProPapilla e ideatore del concept Radici, saranno protagonisti del nuovo progetto.

L’idea ha riscosso il plauso delle autorità locali presenti, che si sono impegnate a trasmetterla ai colleghi delle altre regioni. Anche i qualificati giornalisti e buyers stranieri che seguono i lavori di Radici hanno espresso parere favorevole all’estensione del format, confermando la volontà di partecipare attivamente.  La prima edizione del Festival dei Vitigni autoctoni del Sud, per evidenziare che le radici del progetto sono in Puglia, avrà luogo in una prestigiosa località della regione, dove si svolgerà il concorso dei vini da vitigno autoctono. Contestualmente e con le medesime modalità, le fasi di degustazione, visite alle cantine sul territorio, si svolgeranno nelle altre regioni. Il festival sarà naturalmente incentrato sulla valutazione di vini prodotti da vitigni locali, allargando il bacino di confronto a tutto il Sud (oltre ai vitigni già in concorso nelle edizioni passate, si aggiungono Falanghina e Aglianico per la Campania, Gaglioppo per la Calabria e Nero d’Avola per la Sicilia). Il concetto di valutazione, proprio grazie ai numerosi momenti esperienziali di degustazioni e visite delle due giurie, tecnica e internazionale, presso le cantine, non si fonda sull’esclusiva analisi organolettica del bicchiere, bensì cerca di andare in profondità, valutandone autenticità, tipicità e corrispondenza ai rispettivi territori.

La mission del Festival resta identica: far scoprire e valorizzare tradizioni e segreti dei territori, non più della sola Puglia, ma di tutto il Sud. Il concorso, allargato alle varietà di cui sopra, valutate da assaggiatori nazionali e, soprattutto internazionali di comprovata esperienza, mira, attraverso l’innovativo strumento della fruizione esperienziale del prodotto vino da vitigno autoctono nella sua globalità, a radicare negli assaggiatori, il ricordo e la consapevolezza di aver degustato prodotti unici e, ad accendere la scintilla per la diffusione nazionale ed estera. Naturalmente, sia gli organizzatori, sia le aziende che hanno finora partecipato, sono ben consapevoli che non è più sufficiente lavorare solo sulla qualità e sul fascino della storia, spesso millenaria, che i vitigni autoctoni possono avere. E’ necessario oggi possedere una reale maturità commerciale, basata sulla capacità di competere, di specializzarsi su peculiari eccellenze, lavorando sulle annate piuttosto che sulla gamma, senza cedere a facili tentazioni del mercato. Sono questi gli obiettivi di Radici del Sud: rendere  visibili e “vendibili” i propri territori d’origine, intesi come esperienza del gusto e delle emozioni, qualcosa da ricordare e da poter ricomprare una volta a casa. Ecco le ragioni dell’estensione del format del 2011 alle altre regioni del Sud: è necessario rafforzare le motivazioni dei produttori di tutti i territori regionali, orientandoli verso una fattiva e reale cooperazione per affrontare una sfida possibile e consapevole con i mercati mondiali, utilizzando gli strumenti del concorso e delle altre attività di promozione e internazionalizzazione da esso generate. Radici Sud intende porsi come utile strumento d’interfaccia per supportare in primo luogo i fenomeni di reale e concreto associazionismo tra aziende, facendo leva su qualità del prodotto e comune identità. Bisogna mettere in pratica, al di là di ogni retorica, concrete strategie di coesione per rendere possibile una più capillare diffusione e percezione del “marchio” Sud. Oltre i confini nazionali la percezione e l’identificazione anche geografica di certi territori del Sud è cosa particolarmente ardua da sostenere, è necessario generare un’alternativa: una politica di diffusione del “marchio”Sud sostenuta da qualità globale del prodotto e forte identità territoriale.

L’obiettivo principale di Radici del Sud sarà quella di guidare i territori e i produttori a programmare il futuro insieme in un’unica direzione. Terminata la fase di “rodaggio”, si penserà ad un modello itinerante, non solo, per quanto attiene la manifestazione centrale, ma, anche per la realizzazione di eventi di animazione territoriale in Italia e all’estero, una sorta di “Radici Sud on the road” da realizzare lungo tutto l’anno, con eventi ad hoc e/o con partecipazioni alle più prestigiose manifestazioni di settore sotto il “cappello” Radici Del Sud.

 

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