VITO, GIACOMO E CHICHIBIO A POLIGNANO A MARE

I Ristoranti e le Pizzerie di Radici

Ecco una delle principali realtà pugliesi di assoluto riferimento per la cucina marinara e per la qualità del pescato giornaliero che vi si offre, proveniente dai vari porti della costa della regione.

 


A Polignano a Mare, è risaputo, la tradizione di portare in tavola il crudo del Mare Adriatico e del Mar Ionio ha origini che si perdono nel tempo e proprio qui si è avuto l’esempio più fulgido della ristorazione marinara pugliese, eccelso per quanto riguarda l’offerta del crudo. Da queste premesse hanno preso spunto i fratelli Giacomo (in sala) e Vito Bianchi (in cucina) che oggi sono i protagonisti, con orgoglio e  grande personalità, di questa significativa avventura che di anno in anno si afferma, a dispetto della crisi, e amplia i propri orizzonti. Il locale nasce infatti all’inizio degli anni 2000 come un piccola osteria capace di servire non più di 30 coperti e dotata di forno a legna (ancora esistente) dove il pesce trovava la sua morte. Immaginate scorfani, pesci San Pietro, pesce bianco di ogni genere cotti "ad arte" secondo le più antiche consuetudini locali. Oggi il forno resta ancora uno dei punti di forza del ristorante, ma l'osteria del Chichibio ha rilevato anche un locale adiacente, ubi maior…. Di prim’acchito schivi, ma travolgenti nella loro simpatia appena si prende un po’ di confidenza, i due fratelli non sono inclini alle pubbliche relazioni e non hanno del resto bisogno di fare la fatica di promuoversi attraverso la carta stampata e la televisione in quanto la loro osteria è comunque ben conosciuta e quotata per via del rigore con cui si prepara e si offre un prodotto di primaria qualità.


L'atmosfera è accogliente, caratteristica e si assiste nel locale a un’evoluzione continua in merito alla ricerca di dettagli che di quando in quando si aggiungono o modificano per regalare al cliente il massimo del comfort e della soddisfazione durante la sua permanenza. Aiutati da Giacomo si può scegliere nell’entusiasmante banco a vista del pescato tutto ciò che si desidera assaggiare, cotto o sfilettato per non rinunciare ai freschissimi carpacci di pesce, o di scampi, triglie o calamari di barchetta appena arrivati, che ancora si muovono e dal colore livido.

Noi di fronte a tanto ben di Dio, non abbiamo resistito alla tentazione di farci preparare una tartare di mazzancolle (vive!) all'extravergine, profumo d'arancia e due salse, a scelta, di cipolla di Acquaviva caramellata e di pomodori secchi.

Dopo, una bellissima triglia in carpaccio con olio, pepe e carote di Polignano. Tra i tanti molluschi abbiamo preferito le Canestrelle e due squisite ostriche locali e, per dare spazio a qualche succulento antipasto cotto, abbiamo preferito stoppare l’offerta di Giacomo in fatto di crudo e proseguire con un paio di piatti caldi preparati dallo chef col restante pesce precedentemente scelto dal banco perché ci fosse servito crudo.


Una leggerissima frittura di teneri calamaretti e una nostra esplicita richiesta: il calamaro vivo appena scottato sulla griglia con olio extravergine e limone, una semplice preparazione e antichi ricordi... poi lo


chef ci dona tre piccole  proposte: il polpo alla griglia su purea di ceci, scampi alla catalana e seppie gratinate con guazzetto di pomodori, acciughe, salvia e ristretto di seppia, quest’ultimo davvero interessante.

Si continua sull'onda della semplicità con preparazioni che giocano, oltre che sull'ottima materia prima, su cotture delicate e mai esasperate, servite accompagnate da genuini prodotti della terra. La voglia e il modo di farsi convincere dallo chef a provare un paio di assaggi di primi piatti certo non mancano; dopo aver pattuito con lui di assaggiare dei cavatelli fatti in casa con frutti di mare scelti dal banco del pesce e un altro primo a sua discrezione, magari non esattamente tradizionale, oltre ai cavatelli,

sono arrivate le sfiziose lagane gamberi e verdure con scaglie di canestrato.

Vito avverte la necessità quando il cliente si presta, di convincerlo a provare qualcosa di diverso, fuori dall'ordinario, ma come eccezione e in controtendenza rispetto alla convinzione che accomuna non pochi locali della nostra regione che l'ordinario proposto (il pesce freschissimo poco manipolato) risulti, in quanto diffuso e ricorrente nei tanti locali pugliesi, quasi banalmente scontato. Vorremmo fare strada ai locali che si dimostrino convinti di quanto sia grandioso, per noi local, ma soprattutto per il turista, avere nella nostra regione ristoranti che ti permettono di sentire ancora oggi i sapori dimenticati, quelli veri, autentici, che promuovano piatti che hanno costrutto, privi di sovrastrutture nei quali le nostre materie prime sono in grado di lasciare stupefatti di per sé. In un territorio come la Puglia, così naturalmente ricco di prelibatezze, questa linea dovrebbe essere la regola da seguire, ma spesso e volentieri, disgraziatamente, ancora vige la convinzione che stupire, manipolando, trasformando, esasperando (e svilendo) tali prodotti debba essere la strada da seguire per conquistare il cliente.

Ovvio che a questo punto non riusciamo più a proseguire e purtroppo rinunciamo a quelle belle teglie di pesce con verdure e patate che ci vediamo sfilare accanto. Siamo appagati, davvero soddisfatti. Eppure i dolci meriterebbero una piccola trasgressione perché ci troviamo nel regno della deliziosa pasticceria artigianale, ma siamo costretti a rimandare a una prossima volta, ci auguriamo presto.

Un cenno alla cantina è doveroso per la passione con cui Giacomo ci si dedica. Dispone di un grande numero di bottiglie in carta, la proposta dei vini è versatile, in grado di accontentare la variegata clientela e orientata ai piccoli produttori che lavorano prevalentemente in regime biologico e più in generale alla produzione della Puglia. Si spendono 50 euro per un pasto completo (davvero completo), vini esclusi.

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